Leonardo nacque a Torino il 26 ottobre 1828 da una famiglia discendente dai marchesi di Ceva. Dopo gli studi universitari, nel 1851 fu ordinato sacerdote e dedicò i primi quattordici anni del suo ministero alla gioventù della sua città natale. Poi la sua attenzione si concentrò sul mondo operaio, al quale dedicò tutte le sue energie. Come rettore del collegio Artigianelli di Torino si adoperò perché i giovani potessero abbinare al lavoro anche lo studio. Per realizzare il suo carisma apostolico d’educatore e formatore fondò, nel 1873, la Congregazione di San Giuseppe, e poi per sostenere i giovani nella fase dell’impatto col mondo del lavoro istituì la Casa-famiglia. Nel 1871 diede vita all’Unione degli operai cattolici e si fece promotore presso il Governo italiano della tutela del lavoro minorile. Per tener desta l’attenzione sulla questione operaia, s’impegnò per la diffusione della stampa cattolica. Leonardo Murialdo morì a Torino il 30 marzo 1900 e fu canonizzato da papa Paolo VI nel 1970.
Oggi si ricorda anche san Giovanni Climaco.
Poco si conosce della sua vita: pare sia vissuto tra il VI e il VII secolo. Il suo biografo Daniele racconta che a sedici anni entrò nel monastero di Raithu, a sud-ovest del Sinai, il monte della rivelazione di Dio a Mosè, e qui rimase per diciannove anni. Poi visse in solitudine fino a quando, all’età di sessant’anni, venne eletto abate del monastero del Monte Sinai. Per i suoi discepoli e soprattutto per soddisfare la richiesta pressante dell’amico Giovanni, superiore del monastero di Raithu, compose una delle più celebri opere di spiritualità cristiana: La scala del paradiso (per questo sarà soprannominato Giovanni Climaco, cioè della scala, dal greco “climax”). In questa opera, paragonata da lui stesso alla scala di Giacobbe, i gradini da salire conducono il monaco alla porta del cielo e lo introducono “giorno dopo giorno” all’incontro con Dio. Come complemento alla Scala il Climaco scrisse anche il Liber ad Pastorem, dove vengono esposti i doveri del superiore del monastero. Per questo grande maestro sinaita, il monaco è l’uomo che tende alla tranquillità interna ed esterna, all’hesychia, mediante la lotta contro i vizi e le passioni del cuore, e la pratica delle virtù. Giovanni Climaco morì verso il 649; la sua festa liturgica, sia in Oriente che in Occidente, è celebrata il 30 marzo.