Nel rito ambrosiano l’ottavo giorno dopo il Natale è consacrato alla memoria della circoncisione del Signore. La festa della divina maternità di Maria, cui nel rito romano è dedicato il primo giorno dell’anno, nel rito ambrosiano è stata già celebrata alla VI domenica di Avvento. Otto giorni dopo la nascita, come recita il vangelo di oggi, “i giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall’angelo prima di essere concepito nel grembo della madre ” (Lc 2, 21). Con la celebrazione di questo rito la festa del Natale è piena: il Figlio di Dio entrato nella carne della nostra umanità, si inserisce nel popolo della promessa, sottoponendosi alla legge della circoncisione. Figlio dell’uomo e figlio d’Israele, dall’interno della condizione umana condivisa fino al segno estremo – salvo il peccato – libererà l’uomo dal giogo del peccato e della morte e dalla stessa legge che Dio aveva dato al suo popolo come guida nel cammino, per elargirgli un dono più grande, assoluto: la grazia della salvezza. Il suo nome “Gesù” significa infatti “Salvatore”, colui che, assumendo l’umanità, la riconduce alla sua somiglianza originaria, ridonandole la bellezza che aveva mentre usciva dalle mani creatrici del Padre. Solo i poveri – i pastori che accorrono alla grotta – hanno occhi per riconoscere e adorare stupiti in un Bambino il rinascere di questa antica bellezza.
Ottava del Natale
Circoncisione del Signore - Solennità del Signore