Nacque nel 1834 a Palermo da agiata famiglia borghese. Terzo di quattro figli, a tre anni restò orfano della madre, morta di colera. La sorella primogenita, Vincenzina, gli fece da mamma, accompagnandolo anche nel suo cammino spirituale. Frequentato il liceo presso il Collegio Massimo dei Gesuiti, proseguì negli studi conseguendo nel 1855 la laurea in chirurgia. Dopo aver esercitato per alcuni anni la professione, decise di farsi sacerdote, e fu ordinato nel dicembre 1860. Commosso dallo spettacolo di miseria diffusa che in quel tempo offriva la città di Palermo, si “convertì” alla missione di “apostolo della carità”. Durante una carestia, il Cusmano si fece promotore dell’ “Associazione del boccone del povero”, che invitava ogni famiglia a mettere da parte un boccone di ogni pietanza per destinarlo a un povero.
Nel 1880 diede avvio alla comunità femminile delle Serve dei poveri, e nel 1884 a quella maschile, che nel 1887 vennero ufficialmente approvate. Cusmano è un eminente rappresentante, nella Sicilia del secondo Ottocento, di una spiritualità dell’azione, in cui veniva superata ogni dicotomia tra contemplazione e azione. Ciò che in lui unificava preghiera e slancio caritativo era la consapevole dipendenza dalla volontà di Dio: l’adesione alla volontà di Dio lo univa al Padre e il servizio ai poveri lo faceva imitatore di Cristo. Iniziato nel 1934 il processo canonico nella diocesi di Palermo, il 13 ottobre 1983 Cusmano è stato proclamato beato.