Il discernimento della propria vocazione non sempre passa per vie piane e lineari. Lo testimonia Giovanni di Dio, di cui oggi ricorre la memoria secondo il Calendario romano.
Nato nel 1495 a Montemoro-Novo, in Portogallo, Giovanni Ciudad subì un primo grosso trauma quando, non ancora decenne, fu sottratto misteriosamente e per sempre alla sua famiglia, e fu condotto a fare il pastore in Spagna. Arruolatosi in seguito nell’esercito spagnolo, egli percorse con scarsa fortuna e diverse disavventure la carriera militare, finché non decise di lasciare le armi per fare il venditore ambulante di libri a Granata.
Secondo il suo biografo, qui avvenne l’incontro determinante con la predicazione di Giovanni di Avila: ne fu folgorato a tal punto che decise di diventare una sorta di folle per Cristo. Dopo un drammatico periodo trascorso in manicomio, egli ne uscì con una sola idea per la propria vita: assistere gli ammalati e i poveri abbandonati in ospedale, assistendoli con amore e rispettando rigorose norme igieniche e sicure nozioni sanitarie. Giovanni, che aggiunse a questo punto la qualifica ‘di Dio’ al proprio nome, divenne il riferimento fondamentale per gli emarginati della città, e a lui minciarono a unirsi altri uomini desiderosi di servire Cristo nei poveri e negli infermi.
Giovanni di Dio morì l’8 marzo del 1550, e dopo la sua morte, sebbene egli mai avesse cercato di fondare un ordine religioso, grazie al suo esempio nacquero i ‘Fatebenefratelli’, così chiamati dal saluto con cui Giovanni e i suoi discepoli erano soliti mendicare aiuto per i loro malati nelle vie di Granata.
San Giovanni di Dio
II Domenica di quaresima