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Beato Alberto Marvelli

Lunedì della settimana della VI Domenica dopo il martirio di San Giovanni il Precursore

5 Ottobre 2020

Alberto Marvelli nacque a Ferrara il 21 marzo 1918, ma nel 1930 con la famiglia si trasferì a Rimini, che divenne il centro della sua vita. In quella città crebbe grazie alle cure della sua famiglia e della partecipazione alle attività dell’Oratorio Salesiano e dell’Azione Cattolica. Dopo la laurea in ingegneria presso l’Università di Bologna nel 1941 lavorò per alcuni mesi presso la FIAT di Torino, ma fu poi chiamato come militare a Trieste e Treviso. Ottenne il concedo nel settembre 1944 e fece ritorno a Rimini.
Terminata la seconda guerra mondiale si impegnò perché la città fosse ricostruita, sia dal punto di vista materiale che morale, svolgendo molti incarichi: direttore dell’Ufficio Alloggi, Assessore Comunale, ingegnere del Genio Civile, membro della direzione cittadina della Democrazia Cristiana. In campo diocesano, nel 1945 entrò a far parte della Società Operai del Getsemani, di cui fondò a Rimini un reparto ed ebbe l’incarico di Presidente dei Laureati Cattolici. 
La sua spiritualità sincera e genuina ricadeva sulla naturalezza che lo connotava, i suoi tratti umani erano apprezzati in ogni ambito. Si impegnò a testimoniare il vangelo nel quotidiano e a fare conoscere la fede cristiana tramite lezioni, conferenze e soprattutto a partire dall’incontro personale. Ebbe a cuore i poveri e ideò la “Messa del povero”, una celebrazione domenicale seguita da un pranzo durante il quale anch’egli serviva in tavola.
Il fondamento di una vita così intensa era l’amore di Dio, alimentato dalla preghiera e dalla partecipazione alla messa; la misura della sua vita era la santità, come si può capire da una pagina del suo diario spirituale:”Gesù mi invita a salire, ad ascendere. Ho un desiderio intenso di farmi santo attraverso la vita che il Signore mi riserva”. 
Scelse la politica come servizio, e proprio mentre si recava a un comizio, il 5 ottobre 1946, fu investito da un autoveicolo militare, incidente che determinò la sua morte.
È stato beatificato da Papa Giovanni Paolo II il 5 settembre 2004 a Loreto.