Il 27 giugno la Chiesa ambrosiana, insieme a quella novarese, celebra la memoria di sant’Arialdo, diacono e martire dell’XI secolo. Nato a Cucciago, ordinato a cinquant’anni diacono della Chiesa di Milano, si dedicò alla formazione dei giovani che aspiravano alla vita ecclesiastica. Fu promotore e predicatore della riforma della Chiesa, schierandosi col movimento dei “patarini” che auspicavano il miglioramento morale del clero e del popolo e il ripristino della piena libertà della Chiesa dalle ingerenze politiche. Costituì attorno a sé una comunità di chierici, impegnati a vivere secondo il Vangelo, per i quali predispose un’abitazione comune, detta “la Canonica”, accanto a una chiesa dedicata alla Vergine Maria. Nella lotta scatenata contro i propugnatori della riforma dall’arcivescovo Guido e dai suoi seguaci, Araldo fu cacciato da Milano, imprigionato nel castello di Angera, sul Lago Maggiore, e assassinato, il 27 giugno 1066. Il corpo di sant’Arialdo fu riportato a Milano l’anno dopo nella chiesa di S. Celso, di qui traslato nella chiesa di S. Dionigi e quindi in Duomo. Il culto locale del Santo è stato approvato dalla Sacra Congregazione dei Riti nel 1904.
Sant’Arialdo, diacono e martire
Giovedì della settimana della V Domenica dopo Pentecoste