At 1,12-14; Sal 26 (27); Gv 1,35-42
Tutti questi erano perseveranti e concordi nella preghiera, insieme ad alcune donne e a Maria, la madre di Gesù, e ai fratelli di lui. (At 1,14)
La Pasqua di Cristo è il punto di partenza della prima comunità cristiana che impara e scopre nell’unità, in preghiera e nel modo di stare insieme, la modalità per testimoniare e far risplendere nel mondo il volto del Risorto, proprio come Gesù aveva loro indicato (cfr. Gv 17,20-21). Questo “stile” dell’essere Chiesa, passa attraverso quattro atteggiamenti ben delineati e descritti anche al capitolo 2,42 e sono: l’ascolto dell’insegnamento degli apostoli, la comunione tra i fratelli e sorelle, la frazione del pane e le preghiere. A cui si aggiungono l’attenzione al povero (6,1-6) e la disponibilità a dare la vita come dono di sé (6,8-7,6), ovvero vivere la comunità come servizio a immagine del Signore Gesù che nell’ultima cena ha lavato i piedi ai suoi. Non dimentichiamo che nel tempo pasquale iniziamo a meditare e pregare sulla storia della Chiesa delle origini che richiama a noi il modo di essere oggi Chiesa del risorto, senza perdere di vista i due veri protagonisti del libro degli Atti che sono lo Spirito Santo e la Parola di Dio che “corrono” attraverso le vite dei primi apostoli e comunità cristiane.
Preghiamo
Il mio cuore ripete il tuo invito:
«Cercate il mio volto!».
Il tuo volto, Signore, io cerco.
Non nascondermi il tuo volto.
(Sal 26)