Rt 3,8-18; Sal 106 (107); Est 8,3-7a.8-12; Lc 1,67-80
«Benedetto il Signore, Dio d’Israele, perché ha visitato e redento il suo popolo, e ha suscitato per noi un Salvatore potente». (Lc 1,68-69)
Il Cantico di Zaccaria irrompe nella storia di Israele. È lo Spirito Santo che dona a Zaccaria la fede e gli “apre la bocca” per annunciare la parola di Dio. Egli adesso vede la realtà con gli occhi di Dio e ne parla come parlerebbe Dio, anzi Dio parla attraverso di lui. La prima parola che lo Spirito Santo mette sulle sue labbra è quella della benedizione e della lode. È motivo di lode, di benedizione al Signore la sua fedeltà nei nostri confronti, una fedeltà a un patto di alleanza che non è mai venuto meno da parte del Signore. Zaccaria riconosce la grandezza di Dio e non può che gioirne. Perché benedire? Il Signore «ha visitato» il suo popolo e la sua visita è generatrice di bene. Il Signore «ha redento» il suo popolo, ha portato la salvezza: arriverà l’atteso dalle genti. Gli spazi angusti del nostro limite, del nostro peccato, della nostra fragilità sono stati spalancati dall’amore di Dio. Cosa sta generando in noi l’attesa del Salvatore?
Preghiamo
Benedetto il Signore, Dio d’Israele,
da sempre e per sempre.
Tutto il popolo dica: Amen.
Sal 106 (107)