Dn 2,26-35; Sal 97 (98); Fil 1,1-11; Lc 2,28b-32
«I miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli: luce per rivelarti alle genti e gloria del tuo popolo, Israele». (Lc 2, 30-32)
Sempre gli occhi vedono, ma c’è un “vedere” che non è soltanto esteriore, è un “vedere” della mente e del cuore, educati dalla Parola e dal suo svelarsi nella vita di tutti i giorni. Così, docile e fedele nell’attesa, l’anziano Simeone scopre con gioia e meraviglia che la salvezza è arrivata e lui ha la possibilità di proclamarla e benedire il Signore! Sa scorgere in Gesù quella luce attraverso la quale Dio si “rivela alle genti”, vede realizzarsi la promessa fatta ad Abramo: «In te si benediranno tutte le famiglie della terra» (Gen 12,3). In quel neonato c’è colui che salva, lo strumento, la fonte della salvezza, una salvezza che è per tutti i popoli, non solo per Israele: è questo il messaggio al cuore del Vangelo. In Gesù si realizza anche la missione del “servo del Signore”, di cui parla Isaia, di essere «luce delle genti» (Is 42,6) e «gloria del tuo popolo, Israele». Sul finire di questo tempo natalizio possiamo domandarci: in chi riponiamo la nostra speranza?
Preghiamo
Dio abbia pietà di noi e ci benedica,
su di noi faccia splendere il suo volto;
perché si conosca sulla terra la tua via,
la tua salvezza fra tutte le genti.
Dal Salmo 66 (67)