Tt 3,3-7; Sal 71 (72); Gv 1,29a.30-34
«Il giorno dopo, [Giovanni Battista] vedendo Gesù venire verso di lui, disse: “Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo!”». (Gv 1,29)
La liturgia di oggi ci ripropone la figura di Giovanni Battista che manifesta a tutti l’identità di Gesù. Egli, che ha saputo lasciare il passo al Figlio di Dio, ora gli rende nuova testimonianza. Gesù è «l’agnello di Dio»: «Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto» (Gv 3,16). Ricordiamo così l’agnello pasquale e il Servo sofferente, cantato da Isaia, che «era come agnello condotto al macello» (Is 53,7). Gesù elimina il peccato, che «consiste nella risposta negativa dell’uomo nel suo confronto col Cristo Gesù» (R. Penna). Il Messia si addossa su di sé il male dell’umanità per cancellarlo, per eliminarlo. «Ecco l’agnello di Dio» sono anche le parole che si ripetono durante ogni Eucaristia; in esse ogni credente scorge la forza del pane spezzato che accompagna la vita dei fedeli e delle comunità. Accostiamoci all’Eucaristia nella certezza che il pane ricevuto è dono gratuito e ci fa pane spezzato per i fratelli.
Preghiamo
Egli libererà il misero che invoca
e il povero che non trova aiuto.
Abbia pietà del debole e del misero
e salvi la vita dei miseri.
Dal Salmo 71 (72)