3Gv 1-8. 13-15; Sal 36 (37), Lc 18,18-23
Non ho gioia più grande di questa: sapere che i miei figli camminano nella verità. Carissimo, tu ti comporti fedelmente in tutto ciò che fai in favore dei fratelli, benché stranieri. Essi hanno dato testimonianza della tua carità davanti alla Chiesa; tu farai bene a provvedere loro il necessario per il viaggio in modo degno di Dio. (3Gv 1,4-6)
Ciò che Giovanni scrive mette in discussione: innanzitutto, egli fa dipendere la sua gioia non da ciò che lo riguarda direttamente, da una sua realizzazione personale, bensì dall’autenticità di coloro che tramite lui sono arrivati alla fede. La possibilità di avere gioia propria per ciò che avviene ai fratelli indica quanto egli sia capace di trovare il suo fondamento oltre sé.
Quell’allargamento che si dirige verso gli altri, basato sulla fratellanza che si fonda in Gesù, fa sì che l’essere straniero non sia ostacolo per nessuno, ma di tutti si possa riconoscere innanzitutto il legame con il Signore. Se questo è lo stile dei cristiani ancora oggi si è messi in discussione per capire quanto si stia vivendo autenticamente.
Preghiamo
Confida nel Signore e fa’ il bene:
abiterai la terra e vi pascolerai con sicurezza.
Affida al Signore la tua via,
confida in lui ed egli agirà:
farà brillare come luce la tua giustizia,
il tuo diritto come il mezzogiorno.
Dal salmo 36 (37)