Rt 1,1-14; Sal 9; Est 1,1a-1r;1-5.10a.11-12; 2,1-2.15-18 [breve 1,1a-1r.1a; 2,16-18]; Lc 1,1-17
«Apparve a Zaccaria un angelo del Signore, ritto alla destra dell’altare dell’incenso. Quando lo vide, Zaccaria si turbò e fu preso da timore. Ma l’angelo gli disse: “Non temere, Zaccaria, la tua preghiera è stata esaudita”». (Lc 1,11-13)
Ancora una volta un angelo si fa presente nella vita di un uomo, Zaccaria, che rimane sconvolto e si spaventa. La prima parola è di rassicurazione. Zaccaria è davanti a qualcosa di grande, ma non deve aver paura, piuttosto rispetto per l’agire di Dio: c’è una parola di gioia per lui, per Elisabetta e per l’umanità intera. Egli vive la sua quotidianità, svolge con fedeltà il suo servizio sacerdotale nel tempio, ma il suo cuore è colmo di dolore, perché non ha un figlio. Sua moglie Elisabetta è anziana ed egli non può più sperare. Dio va oltre la sua incredulità, la sua poca fede – proprio lui, un sacerdote del tempio e proprio nel tempio in cui esercita le sue funzioni – e gli fa un dono, prosegue con fedeltà la promessa di salvezza per Israele. Il Signore ascolta ed esaudisce anche le nostre preghiere, ma lo fa secondo i suoi disegni e la sua sapienza cui è importante aprirsi, per vedere il progetto di Dio su di noi e ciò che, talvolta, è umanamente difficile sperare e credere.
Preghiamo
Renderò grazie al Signore con tutto il cuore,
annuncerò tutte le tue meraviglie.
Gioirò ed esulterò in te,
canterò inni al tuo nome, o Altissimo.
Dal Salmo 9