Gn 6,9b – 8,21a; Sal 34 (35); Mt 27,62-66
Essi andarono e, per rendere sicura la tomba, sigillarono la pietra e vi lasciarono le guardie. (Mt 27,66)
Nel giorno del silenzio e dell’attesa, nel giorno del sepolcro sigillato e dei discepoli attoniti e delusi, la Chiesa ambrosiana ci consegna dal libro della Genesi la vicenda dell’arca di Noè, che ci fa ancora meditare l’opera della salvezza del Signore per tutto il genere umano attraverso l’adesione di un giusto, Noè. Essa ci rivela nuovamente la cura divina del Dio creatore per ogni essere vivente, e la vocazione dell’uomo a essere custode della terra e della vita. La liturgia, nel mezzo dello sgomento e dell’oscurità dati dalla morte del Signore, ci apre alla speranza certa, che non delude. Prefigura le luci dell’alba, ricordando la presenza certa ed eterna dell’amore divino per tutte le creature.
Preghiamo
Donami un cuore che sappia sperare, o Dio.
Un cuore radicato nella certezza del tuo amore,
che scorga per primo le luci dell’alba,
che attenda in segreto l’annuncio di gioia
della risurrezione,
per me, per tutti, per ciascuno.