Sir 50,1a-b; 44,16a.17ab.19b-20a.21a.21d.23a-c; 45,3b.12a.7.15e-16c; Sal 88 (89); Ef 3,2-11; Gv 9,40a; 10,11-16
«Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me». (Gv 10,14)
La conoscenza come base del rapporto di fiducia? Sembra dirci questo il brano proposto per oggi, anche se siamo abituati a una logica inversa. Più volte preghiamo e la fiducia viene prima della conoscenza. Siamo rassicurati: «conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me». Allora a noi basta sapere che il Signore è il «buon pastore» pronto a donare la vita per le proprie pecore. Una protezione, quella del Signore-buon pastore, che non si limita ai suoi “preferiti”, ai suoi adepti. La sua misericordia e il suo sguardo benevolo custodiscono anche «altre pecore» che non provengono dal nostro stesso recinto. Questo passaggio ci può suggerire di sentirci parte dell’intera umanità e non racchiuderci in una cerchia di privilegiati. Dobbiamo aprirci e con umiltà portare il messaggio e lo stile del Signore nelle relazioni con gli altri. Tocca anche a noi imitare il Signore e farci pastori per i più piccoli, i più deboli, i poveri. Sant’Ambrogio ci sia d’esempio e guida.
Preghiamo
Ricorro a te, fonte di misericordia,
a te mi affretto per essere risanato,
sotto la tua protezione mi rifugio.
Sant’Ambrogio