At 10,34-43; Sal 95; Fil 2,5-11; Mc 16,1-7
«In verità sto rendendomi conto che Dio non fa preferenza di persone, ma accoglie chi lo teme e pratica la giustizia, a qualunque nazione appartenga. Questa è la Parola che egli ha inviato ai figli d’Israele, annunciando la pace per mezzo di Gesù Cristo: questi è il Signore di tutti». (At 10,34b-36)
Nell’incontro con il centurione Cornelio, Pietro – già scosso dallo strano sogno con cui Dio gli aveva parlato – si ritrova in una situazione in cui è costretto a contemplare la libera iniziativa di Dio e l’inarrestabile sua tenerezza, che si stende su ogni persona, senza distinzioni. Pietro comprende che non può pensare di porre limiti all’azione dello Spirito, e che Dio sa sorprendere: la sua grazia sa arrivare anche dove noi mai immagineremmo, dove forse riteniamo tutto già perduto, dove non vediamo segni di speranza. È la forza della Pasqua e dello Spirito che rinnova ogni cosa. È vero – lo dice anche Pietro – che questo annuncio è dato ad alcuni, non a tutti: ma la Parola che è consegnata agli “eletti” è destinata a tutti; avere fede è anche una responsabilità, non solo un dono, perché comunque nessuno è escluso dalla misericordia con cui Dio guarda all’umanità. Se è vero che Gesù non si è mostrato risorto a Cornelio, è però vero che lo Spirito ne ha investito la vita, rendendolo discepolo del Cristo. Non è una meravigliosa notizia?
Preghiamo
Dona al tuo popolo, Padre,
di testimoniare nelle opere il mistero che lo ha rigenerato
e di raggiungere così la pienezza della vita nuova.
(dalla liturgia)