At 3,17-24; Sal 98; 1Cor 5,7-8; Lc 24,1-12
Ora, fratelli, io so che voi avete agito per ignoranza, come pure i vostri capi. Convertitevi dunque e cambiate vita, perché siano cancellati i vostri peccati e così possano giungere i tempi della consolazione da parte del Signore ed egli mandi colui che vi aveva destinato come Cristo, cioè Gesù. (At 3,17.19-20)
Pietro, nel portico di Salomone, parla con coraggio di Gesù ai giudei che lo ascoltano. E parla anche a noi oggi, ricordandoci che la festa per la tenerezza di Dio, che si è manifestata in Gesù morto e risorto, ci chiede anzitutto di crescere nella coscienza del nostro limite e nel desiderio di essere uomini e donne migliori, nel breve fazzoletto di storia che ci è affidato. L’invito alla conversione e a una vita che sappia farsi nuova, che abbia il coraggio di cambiare, ci accompagna anzitutto verso la consapevolezza della nostra ignoranza, per spingerci poi a cogliere i segni visibili della consolazione che accompagna chi si affida al percorso del Maestro e Salvatore Gesù. Sentirci arrivati e per nulla bisognosi di perdono non ci permette certo di andare incontro alla pace della vita, che il Signore promette e che Pietro ci ricorda. Cerchiamo consolazione nella nostra vita? La Via è Gesù; il resto può aiutare e rafforzare, come può anche confondere e disperdere. Non ci manchi lo sguardo teso al dono che ci è consegnato nella Pasqua!
Preghiamo
Grande è il Signore in Sion,
eccelso sopra tutti i popoli.
Lodino il tuo nome grande e terribile.
Egli è santo!
Sal 98,2-3