Rut 2,19-3,4a; Sal 17 (18); Est 7,1-6;8,1-2; Lc 1,57-66
«All’istante gli si aprì la bocca e gli si sciolse la lingua, e parlava benedicendo Dio. Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose. Tutti coloro che le udivano, le custodivano in cuor loro, dicendo: “Che sarà mai questo bambino?”. E davvero la mano del Signore era con lui». (Lc 1,64-66)
La nascita di Giovanni è immersa nella gioia, nello stupore, nella lode. Sono i sentimenti abituali che accompagnano sempre la visita di Dio al suo popolo: le promesse meravigliose di Dio stanno per avere il loro compimento e così come Gesù, anche Giovanni suscita le domande sulla suapersona, sul suo futuro. Giovanni è dono di Dio, dono della sua misericordia e davanti alla presenza di Dio la realtà umana deve tacere, deve lasciare da parte le obiezioni e le resistenze. Importante allora è, per ogni credente, far sì che Dio fecondi la vita di ciascuno attraverso l’accoglienza della sua Parola. Ad ognuno di noi è chiesto, di fronte all’opera di un Dio che si dona, il silenzio che sa ascoltare e una voce di lode nella preghiera, per poter esaltare l’opera di Dio.
Preghiamo
O Sole nascente, sole di giustizia, santo splendore della luce eterna, vieni e illumina chi crede in te.
(Antifona alla commemorazione del battesimo)
[da: Stranieri e pellegrini – Il cammino, l’attesa, l’ospitalità – Avvento e Natale 2018, Centro Ambrosiano]