Ap 11, 15-19; Sal 28 (29); Gv 8, 12-19
Allora i ventiquattro anziani, seduti sui loro seggi al cospetto di Dio, si prostrarono «Noi ti rendiamo grazie, Signore Dio onnipotente, che sei e che eri, perché hai preso in mano la tua grande potenza e hai instaurato il tuo regno. Le genti fremettero, ma è giunta la tua ira, il tempo di giudicare i morti, di dare la ricompensa ai tuoi servi, i profeti, e ai santi, e a quanti temono il tuo nome, piccoli e grandi, e di annientare coloro che distruggono la terra». Allora si aprì il tempio di Dio che è nel cielo e apparve nel tempio l’arca della sua alleanza. (Ap 11,16-19)
L’Apocalisse presenta il giorno del Signore come un momento decisivo e drammatico. Eppure, chi è sapiente come gli anziani sa inserire questo momento in un rendimento di grazie: l’incontro decisivo con il Signore non si può riassumere nella paura, piuttosto nella gratitudine. Rende grazie chi ha compreso che il giudizio trova origine in Gesù, la sua storia è il criterio perché ogni esistenza sia piena e riuscita.
Un invito a considerare ogni giorno come l’occasione ancora tutta da vivere per rendere lo stile di Gesù il criterio e il giudizio di ogni scelta e azione, nella consapevolezza che è il Signore per primo a donare a ogni essere umano la possibilità di essere in alleanza con lui.
Preghiamo con il Salmo
Il Signore è seduto sull’oceano del cielo,
il Signore siede re per sempre.
Il Signore darà potenza al suo popolo,
il Signore benedirà il suo popolo con la pace.