Gdc 6, 1-16; Sal 105; Lc 9,57-62
Mentre camminavano per la strada un tale disse a Gesù: “Ti seguirò dovunque tu vada”. E Gesù gli rispose: “Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’Uomo non ha dove posare il capo”. (Lc 9,57-58)
All’aspirante discepolo che generosamente, anche se forse presuntuosamente, si propone di seguirlo, Gesù prospetta la condivisione della sua stessa sorte: quella di straniero e pellegrino sulla terra (Eb 11,13), di uomo che non ha un nido e che si corica là dove lo coglie la notte (Sir 36,24ss).
Seguire Gesù non significa, però, essere sradicato, ma affondare le proprie radici dov’egli affonda le sue, nella relazione con Padre che l’ha mandato e con lo Spirito che si è posato su di lui. E non su fondamenta umane costruite con beni friabili. E’ lo stabilirsi saldamente in questo legame che rende possibile comprendere e accogliere le esigenze avanzate da Gesù. In realtà al termine del suo cammino egli troverà dove posare il capo: il legno della croce (Gv 19,30), ma sarà per breve tempo perchè il Padre solleverà il suo capo (Sal 3,4) risvegliandolo dalla morte.
Preghiamo col Salmo
Salvaci, Signore Dio nostro,
radunaci dalle genti,
perché ringraziamo il tuo nome santo:
lodarti sarà la nostra gloria.