Is 60,1-6; Sal 71(72); Tt 2,11-3,2; Mt 2,1-12
«Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme e dicevano: “Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo”. All’udire questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Cristo». (Mt 1,1-4)
Matteo annota che sono i lontani i primi ad arrivare da Gesù e la venuta dei magi assume una chiara dimensione universale e missionaria. Il racconto dei magi anticipa alcuni tratti caratteristici della fisionomia e della missione dei cristiani. La tesi principale è che Gesù è un Messia cercato e rifiutato, cercato dai lontani e rifiutato dai vicini. I magi rappresentano tutti coloro che cercano Gesù, che lo riconoscono come Re, che vogliono adorarlo. Ma come capita spesso la rivelazione di Gesù diventa segno di contraddizione e se Gesù è riconosciuto come Re, lo è perché è un re con coordinate diverse da quelle del mondo e decisamente difficile da comprendere a prima vista. Proprio le persone più vicine a Gesù spesso non lo comprendono, mentre chi è alla ricerca del senso della vita, della capacità di dare compimento al piano di Dio, sa riconoscerlo come Messia. Quindi, anche noi, come i Magi, apriamo il cuore e la mente per essere alla ricerca di Gesù che dà senso e valore al nostro essere.
Preghiamo
Signore Gesù, ti ringrazio perché posso scoprire in te, nella tua manifestazione alle genti, la dimensione autentica della mia umanità e della mia vita. Aiutami a riconoscere la chiamata ad essere nella vita quotidiana testimone della bellezza e grandezza della tua misericordia. Amen.
[da: Stranieri e pellegrini – Il cammino, l’attesa, l’ospitalità – Avvento e Natale 2018, Centro Ambrosiano]