Fm 1,8-25; Sal 111 (112); Lc 20,41-44
Gesù disse agli scribi: «Come mai si dice che il Cristo è figlio di Davide, se Davide stesso nel libro dei Salmi dice: “Disse il Signore al mio Signore: Siedi alla mia destra finché io ponga i tuoi nemici come sgabello dei tuoi piedi?”. Davide dunque lo chiama Signore; perciò, come può essere suo figlio?». (Lc 20,41-44)
Questi versetti ci aiutano scoprire ancora una volta l’identità di Gesù Cristo: egli è Figlio e Signore di Davide. Infatti, pur discendendo da Davide per le sue origini umane, il Messia è di natura divina e questo lo rende superiore a Davide, il quale lo profetizzò nel Salmo 110.
Il Vangelo di oggi ci offre allora l’occasione di porci intimamente questa domanda: chi è per me Gesù? È solamente colui che è potente (anzi onnipotente), oppure è il Signore della storia, del mondo e dunque anche della mia storia?
Viviamo quindi la nostra relazione con Gesù sentendoci figli amati e curati da lui, e per questo responsabili verso i fratelli nel testimoniare il volto di Dio che in Gesù viene svelato.
Preghiamo
O Signore,
una conversione pastorale, in chiave missionaria,
esige l’abbandonare il criterio
del «si è fatto sempre così».
Rendici audaci e creativi
nel compito di ripensare
lo stile evangelizzatore delle comunità (cfr. EG 33).