«Chi dei due ha compiuto la volontà del padre?». Risposero: «Il primo». E Gesù disse loro: In verità io vi dico: i pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio».(Mt 21,31)
Partendo da una scena familiare molto frequente, Gesù fa notare come l’obbedienza non è fatta di parole sterili e disimpegnate, ma di fatti concreti e precisi. Tutta la tradizione ebraica lo dimostrava e gli interlocutori non fanno fatica a dare la giusta risposta. Certo non è difficile determinare la situazione concreta a cui Gesù fa riferimento dal momento che lui stesso faceva l’esperienza di essere rifiutato dai fedeli osservanti ed invece essere accolto dagli esclusi della società del tempo. Proprio i “lontani” accolsero il suo annuncio del Regno e cambiarono vita aprendosi nella speranza al futuro di Dio. La parabola si colloca quindi come la denuncia del comportamento degli avversari di Gesù, di coloro che dicono di sì solo a parole ma che si smentiscono coi fatti.
È certamente questo un grande richiamo per tutti i cristiani contemporanei che anche oggi vivono nella tentazione di una schizofrenia che li divide tra il dire con le parole e il testimoniare coi fatti: si pensi alla giustizia sociale, alla povertà di alcune parti del mondo, all’individualismo, alla creazione di una fede e di una religione a propria misura.
Preghiamo
Signore Gesù guidami nel cammino che conduce all’incontro con Te. Fa’ che io possa accogliere e comprendere la Parola che illumina la vita quotidiana. Amen.
[da: Stranieri e pellegrini – Il cammino, l’attesa, l’ospitalità – Avvento e Natale 2018, Centro Ambrosiano]