Is 8,23b-9.6a; Sal 95 (96); Eb 1,1-8a; Lc 2,1-14
«C’erano in quella regione alcuni pastori che, pernottando all’aperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande timore, ma l’angelo disse loro: “Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce,adagiato in una mangiatoia”». (Lc 2,8-12)
Il potere politico, il volere dell’imperatore, la grandezza economica non sono nulla di fronte all’evento più importante della storia: la nascita di un bambino in un luogo sconosciuto e povero, del quale sono informati solo pochi pastori. Potrebbe essere un evento apparentemente insignificante ma invece sconvolgerà il mondo. Dio entra nella storia del mondo in modo sconcertante, contrapponendosi alla potenza dei grandi in assoluta piccolezza e impotenza. La piccolezza di Gesù racchiude una ricchezza infinita e simbolicamente la salvezza dell’uomo che Dio ama è testimoniata dalla chiamata dei pastori. Essi rappresentano tutti gli uomini per cui Gesù è nato. Ogni uomo è chiamato ad accostarsi al mistero di Gesù, ad avvicinarsi ad un Dio che si comunica in modo così impensabile, anche se non ha potere o importanza sociale. Anche noi oggi siamo chiamati ad accogliere l’invito fatto ai pastori, la chiamata ad incontrare personalmente Dio che sceglie di nascere nel mondo degli uomini e decide di essere “uno di loro”.
Preghiamo
Signore Gesù che sei venuto gratuitamente ad abitare in mezzo a noi, converti il nostro cuore e rendici capaci di riconoscerti e di accoglierti. Converti i nostri desideri di potenza e di dominio e aiutaci ad essere forti solo dell’amore che si dona, come fai Tu.
[da: Stranieri e pellegrini – Il cammino, l’attesa, l’ospitalità – Avvento e Natale 2018, Centro Ambrosiano]