1Tm 3,14-4,5; Sal 47 (48); Lc 21,34-38
«State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all’improvviso; come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra. Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere e di comparire davanti al Figlio dell’uomo».
Durante il giorno insegnava nel tempio; la notte, usciva e pernottava all’aperto sul monte detto degli Ulivi. E tutto il popolo di buon mattino andava da lui nel tempio per ascoltarlo. (Lc 21,34-38)
State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano. Che passione e che tenerezza ha Cristo per la nostra vita, per il nostro cuore. Perché: a che serve all’uomo guadagnare il mondo intero se poi perde se stesso? «Fino ai confini della terra», significa fino al cuore di ogni uomo, fatto per una felicità che non venga meno, che regga l’urto del tempo, fatto per l’infinito, per Dio. Solo un cuore conquistato da Cristo, solo un cuore che tiene dentro la speranza che è Cristo può arrivare ai confini della terra, cioè al cuore di ogni uomo.
Preghiamo
Dio nostro Padre,
la missione del Redentore affidata alla Chiesa
«è ancora agli inizi» (RMi 1),
aiutala a essere coerente in questo urgente servizio.