Tm 2,8-15; Sal 144 (145); Lc 21,20-24
In quei giorni guai alle donne che sono incinte e a quelle che allattano, perché vi sarà grande calamità nel paese e ira contro questo popolo. (Lc, 21,23)
Nella sua profezia, Gesù pone questo «guai». Non solo perché quando la guerra tocca donne e bambini è al culmine della sua tragicità. Le donne citate hanno paura per i figli più che per sé. Si possono affrontare dure prove con orgoglioso coraggio, ma l’amore e la cura hanno bisogno di ben altro: speranza! Guai a confidare solo nell’uomo! Qui a Cuba una mamma, parlando delle lunghe code per comprare l’olio, il pollo o il riso o della mancanza di farina e di uova, in questi tempi non sempre facili, diceva: «Come può una madre esser serena se fatica così tanto a trovare il necessario per nutrire i suoi figli?».
Solo contemplando l’amore salvifico di Dio, e confidando in lui, amare non fa paura, non è un guaio!
Preghiamo
Dio nostro Padre,
nonostante le avversità,
la Chiesa rinnova la sua ispirazione più profonda:
«a tutto il mondo! A tutte le creature!
Fino agli estremi confini della terra!» (EN 50).
Fa’ che i fedeli non imprigionino l’annuncio del Vangelo.