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Tenerezza e cura

13 Aprile 2016

 

MERCOLEDì 13 APRILE

 

 

At 8,18-25 / Sal 32 (33); Gv 6,1-15

 

«E quando furono saziati, Gesù disse ai suoi discepoli: “Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto”». (Gv 6,12)

 

In genere quando uno è sazio si sente a posto. Ha soddisfatto il proprio bisogno, ha placato ogni desiderio e quindi “non se la caccia” più di tanto. In genere quando uno ha appagato se stesso se ne sta tranquillo. Ma Gesù non è così! Il racconto della moltiplicazione dei pani e dei pesci, il miracolo che più di ogni altro gli evangelisti hanno raccontato, si chiude sempre con questa attenzione fine di Gesù agli avanzi. Mentre quando si è nella ristrettezza si fa attenzione a tutto e non si spreca nulla, quando si è nell’abbondanza non ci si cura e facilmente si spreca.

Gesù non butta niente e nessuno. Non vuole che vadano perduti i pezzi di pane avanzati e non vuole che nessuno di coloro che il Padre gli ha affidato vada perduto: nel contesto dell’ultima cena, infatti, egli, pregando il Padre, dichiara: “Non ho perduto nessuno di quelli che mi hai dato” (Gv 18,9).

Se dovesse capitare di sentirci inutili, o messi da parte, considerati solo quando serve, non scoraggiamoci: Gesù non ci trascura e non dimentica mai nessuno dei suoi.

 

Preghiamo

 

Ti rendiamo grazie, Signore,

perché non ci fai mancare il pane quotidiano

e ti prendi cura di tutti i tuoi figli.

Insegnaci a non considerare mai nessuno inutile

e a non sprecare mai i tuoi doni. 

 


 

[da: La Parola ogni giorno. La sapienza è uno spirito che ama l’uomo, Pasqua 2016, Centro Ambrosiano, Milano]