LUNEDI 21 MARZO
LUNEDÌ DELLA SETTIMANA AUTENTICA
Gb 2,1-10; Sal 118 (119),153-160; Tb 2,1b-10d; Lc 21,34-36
State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all’improvviso; come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra. Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere e di comparire davanti al Figlio dell’uomo”. (Lc 21,34-36)
L’accalorato consiglio di Gesù ci richiama a non perdere la scioltezza dell’amore con la quale il Cristiano dovrebbe vivere i suoi giorni. Ci sono lacci di morte che imbrigliano la libertà che nasce dalla Carità e ne soffocano lo slancio. Ci sono cecità del cuore che rendono incerto il passo del discepolo. Papa Francesco ne ha denunciate con forza due alla Chiesa Italiana: il riporre la fiducia più nella sicurezza delle strutture che nella libertà dello Spirito e il ridurre la concretezza dell’Amore che Gesù ci ha rivelato ad una pura astrazione o a sterili intimismi. Solo una Chiesa umile, disinteressata e colma dello Spirito delle Beatitudini potrà presentarsi fiduciosa e piena di speranza di fronte al suo Signore.
Preghiamo
Porgi l’orecchio, Signore, alle mie parole:
intendi il mio lamento.
Sii attento alla voce del mio grido,
o mio re e mio Dio,
perché a te, Signore, rivolgo la mia preghiera.
(Salmo 5)
[da: La Parola ogni giorno. Dio non ha creato la morte, Quaresima 2016, Centro Ambrosiano, Milano]