SABATO 26 MARZO
SABATO DELLA SETTIMANA AUTENTICA
Giorno aneucaristico
Dopo il sabato, all’alba del primo giorno della settimana, Maria di Màgdala e l’altra Maria andarono a visitare la tomba. Ed ecco, vi fu un gran terremoto. Un angelo del Signore, infatti, sceso dal cielo, si avvicinò, rotolò la pietra e si pose a sedere su di essa. Il suo aspetto era come folgore e il suo vestito bianco come neve. Per lo spavento che ebbero di lui, le guardie furono scosse e rimasero come morte. L’angelo disse alle donne: “Voi non abbiate paura! So che cercate Gesù, il crocifisso. Non è qui. È risorto, infatti, come aveva detto; venite, guardate il luogo dove era stato deposto. Presto, andate a dire ai suoi discepoli: “È risorto dai morti, ed ecco, vi precede in Galilea; là lo vedrete”. Ecco, io ve l’ho detto”. (Mt 28,1-7)
La Galilea. Luogo degli albori della sequela. Ma anche per i primi discepoli, il luogo degli affetti, della quotidianità, dell’ordinario. È là che la potenza della Pasqua vuole irrompere con la sua carica rinnovatrice. È là che il discepolo deve accogliere il suo Signore, facendo esperienza di un Amore che può far “nuove tutte le cose”. È là che, come dice Francesco, il discepolo può vivere la beatitudine: “scommessa laboriosa, fatta di rinunce, ascolto e apprendimento i cui frutti si raccolgono nel tempo, regalandoci una pace incomparabile”. Solo se incontriamo il Risorto in “Galilea” tutta la nostra vita potrà essere vissuta con gli stessi sentimenti di Cristo Gesù.
Preghiamo
Non temere, perché io ti ho riscattato,
ti ho chiamato per nome: tu mi appartieni.
Ecco, io faccio una cosa nuova:
proprio ora germoglia, non ve ne accorgete?
Aprirò anche nel deserto una strada,
(Is 43,1.18-19)
[da: La Parola ogni giorno. Dio non ha creato la morte, Quaresima 2016, Centro Ambrosiano, Milano]