DOMENICA 8 MAGGIO
At 7,48-57 / Sal 26 (27); Ef 1,17-23; Gv 17,1b.20-26
«Io in loro e tu in me, perché siano perfetti nell’unità e il mondo conosca che tu mi hai mandato e che li hai amati come hai amato me». (Gv 17,23)
Gesù è un uomo di preghiera e, aprendo il suo cuore a Dio nell’invocazione e nella confidenza, diventa per noi vero maestro di preghiera. Il suo rapporto con il Padre è di profonda intimità e comunione: gli affida il momento che sta vivendo e che lo introduce nella sua Pasqua; non pensa a se stesso ma si preoccupa per i suoi amici e li raccomanda alla sua misericordia; non si ripiega su se stesso ma nel suo sguardo e nelle sue parole abbraccia il mondo intero. “Come” Gesù prega è una vera e propria scuola di preghiera.
Il contenuto, poi, di questa preghiera costituisce anche per noi oggi una vera e propria urgenza: abbiamo bisogno di unità. Addirittura di una perfezione nell’unità. Non facciamo mai abbastanza per volerci bene, lo diamo per scontato, non vi dedichiamo tempo ed energie. Eppure è proprio dall’unità tra di noi che passa la testimonianza nel mondo. Più ancora: da come ci vogliamo bene tra noi, in modo sincero e trasparente, ogni uomo può capire di essere amato allo stesso modo da Dio. È una grande responsabilità di cui dobbiamo rendere conto.
Preghiamo
Ti chiediamo perdono, Signore,
per tutte le divisioni e le tensioni che alimentiamo tra noi.
Fa’ di noi dei costruttori di comunione,
insegnaci a perdonare e a restare sempre uniti.
[da: La Parola ogni giorno. La sapienza è uno spirito che ama l’uomo, Pasqua 2016, Centro Ambrosiano, Milano]