1Gv 1,1-10; Sal 96 (97); Rm 10,8c-15; Gv 21,19c-24
«Questi è il discepolo che testimonia queste cose e le ha scritte, e noi sappiamo che la sua testimonianza è vera». (Gv 21,24)
Il Vangelo di oggi è la conclusione della narrazione dell’evangelista Giovanni, il discepolo che Gesù amava particolarmente e a cui ha concesso nell’ultima cena di posare il capo sul suo petto. Egli si definisce un testimone fedele e veritiero e ha potuto narrare secondo verità la vita di Gesù perché assistito in tutto dallo Spirito Santo. Proprio per questo motivo la sua testimonianza è vera. È lo Spirito del Signore la garanzia della verità del Vangelo.
La vita di Gesù scritta, si può comprendere solo con la saggezza, l’intelligenza, la luce, la sapienza, la verità dello Spirito Santo. Ognuno degli apostoli ha una sua particolare missione da svolgere. Ognuno uomo conosce la sua. A nessuno è dato di sapere ciò che Dio ha scritto per l’altro. Ciascuno di noi ha la propria vita avvolta da un grande mistero e, ciascuno di noi, e lo Spirito Santo ne conosce tale mistero. Se non apriamo la nostra mente alla verità corriamo il rischio di lasciare velato il mistero.
Preghiamo
Una luce è spuntata per il giusto,
una gioia per i retti di cuore.
Gioite, giusti, nel Signore,
della sua santità celebrate il ricordo.
(Sal 96,11-12)
Impegno settimanale
Quale via di misericordia posso indicare ai miei fratelli?
[da: “La Parola ogni giorno. Io spero nel Signore. Avvento e Natale 2015”, Centro Ambrosiano, Milano]