Ez 18,1.23-32; Sal 15 (16); Os 2,20-25; Mt 21,18-22
«Forse che io ho piacere della morte del malvagio o non piuttosto che desista dalla sua condotta e viva?». (Ez 18,23)
Così leggiamo nel testo del profeta Ezechiele che ci rivela il cuore di Dio: quel suo forte desiderio di un cambiamento che è sempre possibile, sia nella nostra vita che in quella dei nostri fratelli. Si tratta di un cambiamento in funzione della vita! Sì, la conversione è realizzabile: dentro i miei giorni e in quelli del mio prossimo. Perché ognuno, creato a immagine e somiglianza di Dio, può recuperare questa sua identità di fondo che il peccato è venuto sciupando o addirittura devastando. Lo può con la grazia del Signore. È importante che il cuore riposi e prenda respiro di speranza in questa parola. Siamo così facili, spesso, a scoraggiarci! È inutile! Siamo tentati di pensare: io non ce la farò mai a cambiare circa questo vizio o difetto. E il cuore, in questo modo, si chiude. Invece, pur dovendo sempre fare i conti coi nostri limiti che vanno accettati e offerti, dobbiamo credere che lasciare il male e fare il bene è possibile. Per noi e per i nostri fratelli e sorelle.
Preghiera
Proteggimi, o Dio: in te mi rifugio.
Ho detto al Signore:
“Il mio Signore sei tu, solo in te è il mio bene”.
(Sal 15,1-2)
[da: “La Parola ogni giorno. Io spero nel Signore. Avvento e Natale 2015”, Centro Ambrosiano, Milano]