Ez 35,1a;36,1-7; Sal 30 (31); Os 3,4-5; Mt 21,23-27
«Entrò nel tempio e, mentre insegnava, gli si avvicinarono i capi dei sacerdoti e gli anziani del popolo e dissero: “Con quale autorità fai queste cose? E chi ti ha dato questa autorità?”». (Mt 21,23)
Le insinuazioni degli scribi e dei farisei presenti al tempio molto spesso si rivelano persino ridicole, pur di estorcere al Signore qualche errore per avere poi il pretesto per accusarlo. La sapienza di Gesù non teme i confronti proprio perché è la fonte stessa della verità e del bene. Questo valeva ai tempi di Gesù e vale anche per i nostri giorni. Dovremmo ricordarcelo quando ci eleviamo a giudici di tutto e di tutti, quando riteniamo di possedere il monopolio della verità e la vorremmo imporre a tutti. Tra i doni che vogliamo chiedere al Signore, chiediamo anche il dono della sapienza, il dono che sa rivelare il peccato e che ci consente di vivere e amare la verità. Solo così saremo ben lontani da imitare il cattivo esempio di coloro che tramano contro Dio o pretendono di usare la verità per un proprio tornaconto. Proviamo a esaminare il nostro atteggiamento di fronte a certe scelte della vita: abbiamo un cuore semplice e sincero? Siamo alla ricerca della verità?
Preghiera
Signore Gesù,
aiutami ad essere coerente con la fede che professo;
aiutami a conoscerti di più,
a comportarmi secondo le tue parole,
ad essere trasparente.
Ciò che dico e ciò che faccio
siano l’espressione di chi sono.
Vieni Signore Gesù!
[da: “La Parola ogni giorno. Io spero nel Signore. Avvento e Natale 2015”, Centro Ambrosiano, Milano]