GIOVEDì 21 APRILE
At 10,34-48a; Sal 65 (66); Gv 7,14-24
«Non giudicate secondo le apparenze; giudicate con giusto giudizio!». (Gv 7,24)
Non possiamo certo fare a meno dell’apparenza: è quanto mai importante! È la prima forma di incontro con l’altro, è il primo modo di porci davanti all’altro. Soltanto “apparendo” entriamo in relazione; non solo: ma ciò che di noi, e dell’altro, appare dice molto di chi siamo, di cosa cerchiamo, di come ci poniamo. L’apparenza, dunque, va curata. Ma non tutto finisce lì! A volte essa è ambigua e può ingannare, può creare dell’illusioni, può dare delle sensazioni non coerenti. È dunque importante che tra ciò che appare e ciò che si è in profondità ci sia coerenza sincera. Curare le apparenze non significa mettersi delle maschere.
Ma anche nel giudicare gli altri è indispensabile non essere superficiali o ingenui. Il giudizio sull’altro è qualcosa di serio: non può essere dato con faciloneria, con improvvisazione, o in base ad un’intuizione. Ne va della stima, del rispetto dell’altro. Per questo Gesù mette in guardia: fate attenzione a come giudicate! Lo dice a proposito di se stesso: occorre conoscerlo in profondità e non fermarsi ai nostri criteri e alle nostre leggi.
Preghiamo
Signore, donaci la sapienza dello sguardo,
quella che vede il cuore dell’altro
e ne cerca la cura e il bene.
Insegnaci la stima e il rispetto
per ogni fratello che ci metti accanto.
[da: La Parola ogni giorno. La sapienza è uno spirito che ama l’uomo, Pasqua 2016, Centro Ambrosiano, Milano]