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Da ricco che era si fece povero

1 Marzo 2013

Giorno aneucaristico

La parola di Gesù dalla croce: “Ho sete!”
Il grido di Gesù, sulla croce, è il grido di secoli e millenni, di persone e di popolazioni numerose, quelle che non appaiono nei testi di storia né in TV; a meno che succeda qualcosa di tragico. È il grido della sete di giustizia, grido che rivendica la vita.
La sete di giustizia a Cajamarca, sulle Ande al nord del Perù, è sete di acqua buona, quella che permette e ricrea la vita. E grida così. “Agua sí, oro no!”
L’oro è quello dei giacimenti del progetto Minas Conga, un investimento di 4000 milioni di dollari. L’acqua è quella del delicato e complesso sistema idrogeologico di laghetti, ruscelli, zone umide e risorgive che permettono, oltre all’esistenza di un paesaggio bellissimo, di dissetare centinaia e migliaia di persone e pascoli per gli allevamenti ovini e vaccini.
Il Dio creatore ha il cuore trafitto anche dalle ferite inflitte a questa terra: miniere a cielo aperto che hanno fatto sparire tutto. Poche imprese multinazionali ottengono incalcolabili guadagni. Decine di migliaia di persone e animali riceveranno inquinamento, distruzione del sistema idrico e dei pascoli, corruzione, traffico di persone e sfruttamento sessuale di ragazzine adolescenti.
I “pro miniera a tutti costi” non rispettano l’ambiente né le persone, mentre i contadini e gli abitanti del posto sono così decisi a impedire l’avanzata della miniera, che sono disposti a morire pur di difendere i loro laghi e le loro sorgenti.
HO SETE: Grido di sei mamme, di tanti fratelli e sorelle delle sei persone già uccise in questa lotta di Davide contro Golia.
HO SETE. Il cinismo degli investitori capitalisti ha coniato la legge del “rubinetto che perde”: dicono che poco a poco la ricchezza prodotta fará arrivare gli spiccioli alla gente, come la spugna offerta a Gesù.

Preghiamo

Amo il Signore, perché ascolta
il grido della mia preghiera.
Verso di me ha teso l’orecchio
nel giorno in cui lo invocavo.
Mi stringevano funi di morte,
ero preso nei lacci degli inferi,
ero preso da tristezza e angoscia.
Allora ho invocato il nome del Signore:
«Ti prego, liberami, Signore».
(Salmo 114)