Gen 14,11-20a; Sal 118 (119); Pr 6,16-19; Mt 5,38-48
«Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste.» (Mt 5,48)
Gesù invita i discepoli a essere perfetti come il Padre. Ecco in cosa consiste il compimento della Legge e dei Profeti, come pure quella giustizia superiore della quale ci ha parlato nei versetti precedenti. A compiere la parola di Dio è l’amore; non un amore qualsiasi, ma quell’amore che si rivela nel modo di essere del Padre, il quale «fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti». Il discepolo è perciò chiamato a cercare una giustizia superiore a quella di scribi e farisei. Superiore non perché capace di vivere delle esigenze più radicali, ma perché non nasce dal basso, dai propri sforzi, ma è generata dall’alto, dal dono di Dio. Siate perfetti… In greco c’è un infinto che può essere tradotto con un futuro: «sarete perfetti…». È il futuro della promessa di Dio. È lui a renderci giusti, secondo la misura del suo amore.
Preghiamo
Padre, noi ti preghiamo:
compi le tue promesse.
Rendi il nostro volto
somigliante al tuo,
in quella perfezione
che matura nell’amore.
[«Perché non giudicate da voi stessi ciò che è giusto?» Lc 12,57 – LO SPIRITO, MAESTRO INTERIORE –
Quaresima e Pasqua 2018 -Centro Ambrosiano]