Gb 42,1-10a; Sal 118 (119); Tb 13,1-8; Mt 26,14-16
Allora uno dei Dodici, chiamato Giuda Iscariota, andò dai capi dei sacerdoti e disse: «Quanto volete darmi perché io ve lo consegni?». E quelli gli fissarono trenta monete d’argento. (Mt 26,14-15)
Giuda patteggia quanto denaro i capi dei sacerdoti gli devono dare perché consegni Gesù nelle loro mani. Tutto, nelle nostre logiche perverse, sembra avere un prezzo. Anche la vita di un uomo. Persino la vita del Figlio di Dio. Trenta monete d’argento. Ogni volta che noi tentiamo di quantificare in termini monetari ciò che è inestimabile e prezzo non ha – come la vita, l’amore, la fedeltà, l’amicizia… – non solo tradiamo il Figlio dell’uomo, tradiamo noi stessi. Pensiamo di riempire la nostra vita con dei beni, di arricchirla con dei possessi, senza accorgerci che la svuotiamo rendendola più povera. Giuda prende nelle sue mani trenta monete d’argento, ma ciò che mette nelle mani dei sacerdoti è la perla preziosa del regno, il tesoro nascosto nel campo. Ciò che prezzo non ha e che al contrario dà valore e senso a tutto ciò che esiste.
Preghiamo
Signore Gesù,
tu hai consegnato la tua vita
nelle nostre mani di peccatori.
Libera queste nostre mani
da ogni falso possesso,
perché accolgano il tuo dono.
«Perché non giudicate da voi stessi ciò che è giusto?» Lc 12,57 – LO SPIRITO, MAESTRO INTERIORE –
Quaresima e Pasqua 2018 -Centro Ambrosiano]