Gb 2,1-10; Sal 118 (119); Tb 2,1b-10d; Lc 21,34-36
«Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere e di comparire davanti al Figlio dell’uomo.» (Lc 21,36)
Il libro di Giobbe si apre con un duplice sguardo: da una parte quello di Satana, che guarda con diffidenza la fedeltà di Giobbe, desideroso di metterla alla prova, perché sospetta di lui; dall’altra quello di Dio, che invece si fida del suo servo e crede senza riserve nella sua integrità. Noi siamo chiamati ad avere fede in Dio, ma Dio stesso desidera fidarsi di noi. Vegliare e pregare, come ci invita a fare Gesù, comporta anche questo atteggiamento: entrare in una relazione autentica con Dio, certi che è lui a vegliare su di noi, consentendoci di vivere nel giusto modo ogni situazione, anche quelle che possono abbattersi con violenza su di noi, perché le viviamo in relazione con lui. Non si tratta di sfuggire a ciò che sta per accadere evadendo dalla storia, ma di rimanervi dentro, vivendo però ogni evento «davanti al Figlio dell’uomo».
Preghiamo
Noi rimaniamo davanti a te,
Signore Gesù,
con fiducia e con speranza.
Sostieni la nostra vigilanza
perché in ogni evento sappiamo discernere
la tua salvezza che si realizza.
[«Perché non giudicate da voi stessi ciò che è giusto?» Lc 12,57 – LO SPIRITO, MAESTRO INTERIORE –
Quaresima e Pasqua 2018 -Centro Ambrosiano]