2Mac 12,43-46; Sal 129; 1Cor 15,51-57; Gv 5,21-29
“Fratelli, io vi annuncio un mistero: noi tutti non moriremo, ma tutti saremo trasformati, in un istante, in un batter d’occhio, al suono dell’ultima tromba. Essa infatti suonerà e i morti risorgeranno incorruttibili e noi saremo trasformati”. (1 Cor 15)
La morte si comprende alla luce della Pasqua del Signore, che muore e che risorge come ‘primizia’. La Chiesa affida oggi alla grazia del perdono che viene dalla croce, tutti coloro che sono già passati da questo mondo e rinnova la sua speranza in Cristo, il ‘vincitore della morte’, in cui siamo tutti destinati a una ‘vita nuova e gloriosa’. Rimangono ancora il turbamento e la tristezza della separazione, ma più grande è la fede nella ‘ promessa di un’esistenza immortale’ che la resurrezione di Cristo offre al credente che lascia questa terra, più il dolore è lenito dalla speranza di un gioioso ritorno. La commemorazione dei defunti risveglia nella Chiesa la speranza di condividere la resurrezione mirabile del Primogenito dei risorti che già implora per quanti sono morti nella sua pace. Oggi è giorno di intenza e accorata preghiera di fiducia e di attesa.
Preghiamo col Salmo
Dal profondo a te grido, o Signore;
Signore, ascolta la mia voce.
Siano le tue orecchie attente
alla voce della mia supplica.