Dt 16,5-8; 2Cr 30,1.5-10a; Nm 19,1-9; Zc 12,1-11a
Riverserò sopra la casa di Davide e sopra gli abitanti di Gerusalemme uno spirito di grazia e di consolazione: guarderanno a me, colui che hanno trafitto. (Zc 12,10)
Nella quarta lettura del vespro, tratta da Zaccaria, risuona l’affermazione – «guarderanno a me, colui che hanno trafitto» – che Giovanni citerà nella scena della Croce, dopo la morte di Gesù (cfr. Gv 19,37). Gesù muore fuori della porta della città, come accade alla giovenca rossa che, nel libro dei Numeri, viene immolata fuori dell’accampamento. Gesù muore escluso dalla comunione degli uomini, nell’apparente abbandono di Dio, come un maledetto che pende dal legno, eppure egli dona la vita per tutti, per attrarre tutti nella comunione definitiva della nuova alleanza, con Dio e tra di loro. Lo aveva promesso: «E io, quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me» (Gv 12,32). Lo sguardo che converge sul trafitto è segno che il nostro occhio, guarito e illuminato dalla Pasqua, trova solo in lui ragione di speranza e motivo di salvezza.
Preghiamo
Signore Gesù,
innalzato da terra nella gloria del Padre,
attira verso di te il nostro sguardo.
Contemplando il tuo amore crocifisso
riceveremo il dono del tuo Spirito,
grazie e consolazione per noi e per tutti.
[«Perché non giudicate da voi stessi ciò che è giusto?» Lc 12,57 – LO SPIRITO, MAESTRO INTERIORE –
Quaresima e Pasqua 2018 -Centro Ambrosiano]