Gen 25,27-34; Sal 118 (119); Pr 23, 29-32; Mt 7,6-12
«Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve, e chi cerca trova, e a chi bussa sarà aperto.» (Mt 7,7-8)
Non sempre riusciamo a riconoscere la preziosità dei doni che riceviamo. Siamo come quei cani e quei porci di cui parla Matteo, che non sanno apprezzare il valore di una perla. Accade anche a Esaù, che disprezza la sua primogenitura al punto da barattarla con un piatto di lenticchie. Il nostro occhio ha bisogno di essere guarito. Anche nella preghiera non sappiamo cosa chiedere. Siamo come dei bimbi un po’ sprovveduti che pensano di cercare un pane e invece chiedono una pietra, desiderano un pesce ma di fatto cercano una serpe. Infatti, non viviamo la preghiera come spazio di discernimento. Chiediamo a Dio ciò che abbiamo già deciso essere il bene di cui abbiamo bisogno. Invece è nella preghiera, cioè nella relazione con lui, che l’occhio guarisce, il desiderio si purifica, e comprendiamo qual è il vero bene che dobbiamo invocare.
Preghiamo
Noi siamo davanti a te, o Padre,
con il groviglio dei nostri pensieri
e dei nostri desideri.
Illumina il nostro cuore
perché riconosca il vero bene
di cui la nostra vita ha bisogno.
[«Perché non giudicate da voi stessi ciò che è giusto?» Lc 12,57 – LO SPIRITO, MAESTRO INTERIORE –
Quaresima e Pasqua 2018 -Centro Ambrosiano]