Gen 25,19-26; Sal 118 (119); Pr 22,17-19.22-25; Mt 7,1-5
«O come dirai al tuo fratello: “Lascia che tolga la pagliuzza dal tuo occhio”, mentre nel tuo occhio c’è la trave? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello.» (Mt 7,4-5)
La lotta che Rebecca percepisce nel suo grembo materno tra i due gemelli che ha in seno, Esaù e Giacobbe, è premonitrice dei rapporti tesi e difficili che ci saranno in futuro tra i due fratelli. Sin dalle prime pagine della Genesi, con il fratricidio di Caino, per la Bibbia la fraternità è esperienza faticosa, esposta a ferite e rotture. Anche Gesù, nel vangelo di Matteo, ricorda come la fraternità possa essere facilmente compromessa dalla pretesa di giudicare l’altro senza prima giudicare e cambiare se stessi. Come il cieco nato di cui ci ha parlato ieri Giovanni, anche noi abbiamo bisogno che lo Spirito guarisca il nostro occhio e illumini il nostro sguardo. Non si tratta di non giudicare, ma di giudicare con occhio puro, che si è lasciato purificare da un cammino di conversione personale per giungere alla verità di se stessi e degli altri.
Preghiamo
Il tuo Spirito ci guidi,
Padre ricco di misericordia,
sulle vie della riconciliazione
e della pace.
Allontana da noi la pretesa
di discernere da soli ciò che è giusto.
[«Perché non giudicate da voi stessi ciò che è giusto?» Lc 12,57 – LO SPIRITO, MAESTRO INTERIORE –
Quaresima e Pasqua 2018 -Centro Ambrosiano]