Is 7,10-14 / Sal 39 (40); Eb 10,4-10; Lc 1,26b-38
«Entrando da lei, [l’angelo Gabriele] disse: “Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te”». (Lc 1,28)
Parte da lontano il Signore quando vuole arrivare al centro. La prende alla larga, ma coglie nel segno. La parola dell’angelo entra in una casa semplice, di un piccolo villaggio sulle montagne della periferia della terra d’Israele. Si posa nel cuore di una donna, poco più che ragazza. Passa da lì il mistero sorprendente dell’incarnazione. Non nel tempio, non a Gerusalemme, non in un uomo, non in un potente. Dio non teme di partire da lontano, o dai lontani, per cambiare la storia.
E quel Dio che sconvolge la vita e la storia per prima cosa invita alla gioia. L’uomo è chiamato a rallegrarsi: è la prima parola del racconto della vocazione di Maria; la prima parola di una nuova alleanza. Il fondamento di quella gioia, che tutti gli uomini cercano instancabilmente, sta nella grazia di Dio che riempie il nostro vuoto e la sua vicinanza che accompagna i nostri passi. Quando possiedi la certezza che il Signore è con te non hai più nulla da temere. La grazia ti riempie. Da quel momento nessun uomo sarà più un dis-graziato.
Preghiamo
Maria, tu che hai fatto spazio alla pienezza del Signore,
insegnaci a non affannarci nel riempire di noi stessi le nostre giornate.
Lascia che anche in noi lo Spirito del Padre
abiti nel segno della grazia e della speranza.