At 11,1-18; Sal 66 (67); Gv 7,25-31
«Gesù allora, mentre insegnava nel tempio, esclamò: “Certo, voi mi conoscete e sapete di dove sono. Eppure non sono venuto da me stesso, ma chi mi ha mandato è veritiero, e voi non lo conoscete. Io lo conosco, perché vengo da lui ed egli mi ha mandato”». (Gv 7,28-29)
Quante volte anche noi abbiamo giudicato una persona in base alla sua provenienza? È abbastanza istintivo e, purtroppo, oggi molto diffuso, soprattutto su chi è straniero o proviene da determinate località. Se viene da una zona malfamata allora sarà una persona da cui prendere le distanze o, per lo meno, nutrire dei sospetti, se viene da una famosa o rinomata allora sarà una persona rispettabile ed interessante. È avvenuto così anche per Gesù che veniva dalla Galilea e, dunque, non poteva avere pretese messianiche.
Ma Gesù rivela che, in realtà, la sua origine è un’altra: egli viene da Dio e dunque è in relazione intima e particolare con lui. In questo modo siamo chiamati a guardare a lui per questo suo stretto rapporto con il Padre e possiamo accoglierlo come suo inviato presso ciascuno di noi. Nello stesso tempo, tuttavia, dobbiamo ammettere che oltre una provenienza terrena e geografica, ogni uomo ha in sé un’origine divina: l’uomo, infatti, è creato da Dio, a lui appartiene e di lui custodisce l’immagine. Guardando negli occhi l’altro dovremmo sempre avere la capacità di trovarne l’immagine di Dio.
Preghiamo
Ti ringraziamo, o Dio, per averci donato Gesù tuo Figlio,
egli ci ha fatto conoscere il tuo nome.
Insegnaci a ritrovarti, ogni giorno,
nel volto delle persone che incontriamo.