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Tu gradisci, o Dio gli umili di cuore

11 Febbraio 2015

 

Sap 13,1-9; Sal 52; Mc 11,12-14.20-25

 

Davvero vani per natura tutti gli uomini che hanno vissuto nell’ignoranza di Dio pur esaminandone le opere e conoscendone i beni visibili. (Sap 13)

 

Continua il grande tema della fede sia nel testo di Sapienza che indica come vita inutile quella di coloro che pur avendo le possibilità di comprendere le leggi naturali, di conoscere le bellezze del creato, di vedere i valori dell’animo umano, poi non riconoscono chi ne è il grande Artefice.

"Perchè se sono riusciti a conoscere tanto da poter esplorare il mondo, non ne hanno trovato più facilmente il sovrano?". E l’evangelista Marco riporta un insegnamento di Gesù proprio a proposito di chi non porta frutto. Un bell’albero di fico, ricco di foglie ma senza frutti – e non era la stagione dei frutti – e Gesù lo maledice e lo fa seccare.

La vigilanza è richiesta nella fede e nella sequela a Gesù; non conosciamo il tempo, può esserci la chiamata in un’ora da noi non prevista, e il tempo è in mano a Dio.

 

Preghiamo col Salmo

 

Saggio è l’uomo che cerca il Signore.

Lo stolto pensa: «Dio non c’è».

Sono corrotti, fanno cose abominevoli:

non c’è chi agisca bene.

Dio dal cielo si china sui figli dell’uomo

per vedere se c’è un uomo saggio,

uno che cerchi Dio.