1Gv 3,17-24; Sal 111; Lc 17,7-10
Il segno indubbio della presenza di Dio in noi è lo Spirito Santo, il dono fatto ai credenti e principio dell’amore vicendevole. ( 1Gv 3)
L’apostolo Giovanni ci dona un quadro rassicurante della nostra vita connotata dall’amore. Un amore non certo fatto di parole o di piccoli sentimenti, ma di fatti e scelte di verità. La fede in Gesù Cristo e la carità fraterna sono la sostanza del comandamento primo di salvezza.
un amore forte e responsabile che si assume la dimensione del servizio al fratello, costituisce la dimostrazione della nostra comunione con il Padre: se il nostro cuore non ci rimprovera nulla stiamo certi che Dio ascolterà ogni nostra preghiera. di qui la piena fiducia di non essere soli, nè abbandonati nelle difficoltà e nelle scelte di vita. E’ la comunione con Dio che ci fa capaci di amore, mentre la lontananza da Dio ci priva della possibilità di amare.
Con la sua morte e resurrezione Cristo ha riscattato ogni uomo ed elargito la grazia a quanti vogliono riconoscerlo. Per questo, ci dice la parabola riportata dall’evangelista Luca, nessuno ha meriti da vantare, solo porsi umilmente come servitore che in nessun caso può ricoprire il posto del Signore.
Preghiamo col Salmo
Felice l’uomo pietoso che dà in prestito,
amministra i suoi beni con giustizia.
Cattive notizie non avrà da temere,
saldo è il suo cuore, confida nel Signore.