V giorno dell’ottava di Natale
Mi 4,1-4; Sal 95 (96); 1Cor 1,1-10; Mt 2,19-23
«Siederanno ognuno tranquillo sotto la vite e sotto il fico e più nessuno li spaventerà, perché la bocca del Signore degli eserciti ha parlato». (Mi 4,4)
La profezia di Michea è immagine di grande speranza che ci incoraggia a intraprendere la via che porta alla comunione e alla pace. Ai nostri occhi sembra un sogno per niente realizzabile visto i fatti della vita quotidiana. Eppure è un sogno affidato a ciascuno di noi e il tempo natalizio ci sollecita a prendere sul serio la Parola del Signore. Proprio con la nascita di Gesù, Dio ha accorciato le distanze, è venuto a cercarci, si è calato nella nostra condizione segnata dal peccato, dalla chiusura, dalla diffidenza, dal non amore. Ma non possiamo dimenticarci del suo amore verso di noi! Siamo tutti fratelli perché figli di un unico Padre, chiamati a condividere lo stesso “tetto”, la stessa vocazione alla pace. Perché allora non convertire “le nostre spade in aratri” e “le lance in falci”? Perché costruire ancora muri invece di ponti?
Proviamo a pensare quali sono quei piccoli o grandi attriti che ostacolano la convivenza all’interno delle nostre famiglie, comunità, parrocchie, luoghi di lavoro o della scuola . Lasciamo che sia il Signore ad indicare la via della vita per poter “camminare per i suoi sentieri”.
Preghiamo
Concedimi, Signore, la grazia di vivere
in pienezza questi giorni natalizi.
Aiutami a fare spazio all’amore che ogni giorno mi doni,
perché le persone che vivono accanto a me possano essere raggiunte dalla tua pace.