Gen 3,9a.11b-15.20; Sal 97 (98); Ef 1,3-6.11-12;Lc 1,26b-28
«Rispose l’uomo: «La donna che tu mi hai posto accanto mi ha dato dell’albero e io ne ho mangiato».(Gen 3,11b-12)
Riconoscersi e sentirsi responsabili in prima persona delle azioni e delle scelte compiute o da compiere è un passo importante e necessario che porta al discernimento evitando di scaricare totalmente su altri decisioni e colpe in parte anche nostre. È successo ad Adamo nei confronti di Eva, ma succede anche oggi, perché per metterci al riparo e giustificarci siamo subito pronti a trovare dei compromessi con noi stessi e persino con la nostra coscienza. Riconoscere il proprio errore è un passo necessario per dar inizio ad un processo di cambiamento e di auto verifica. Scegliamo di essere donne e uomini di spessore dando alla vita il gusto e il sapore del dono disinteressato per il bene di tutti, dove ogni uomo è chiamato per nome ed è riconosciuto come fratello. È l’esperienza inedita intrapresa dagli operai di una fabbrica metalmeccanica che hanno deciso di donare “un’ora di lavoro” per coloro che stanno vivendo una situazione drammatica causata dalla crisi economica ed occupazionale di questi anni. È una bella esperienza e un nuovo cammino di reciproca collaborazione ed anche se è una goccia nel mare, ha scritto M. Teresa di Calcutta, “il mare ha bisogno della nostra goccia”. Nella dinamica della fraternità nulla va perduto, nulla è inutile.
Preghiera
Cantate al Signore un canto nuovo,
perché ha compiuto meraviglie.
Gli ha dato vittoria la sua destra
e il suo braccio santo.
(dal Sal 97)