Sir 50,1a-b; 44,16a-23c;45,3b.12a.7.15e-16c, Sal 88 (89); Ef 3,2-11; Gv 10,11-16
«Io sono il buon pastore. Il buon Pastore dà la propria vita per le pecore. Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me». (Gv 10,11.14)
Ciascuno di noi, in ogni ambito, può “dare vita e dare la vita” come indicato nella parabola evangelica del Buon Pastore. In ambito personale, familiare, sociale, politico, religioso, economico, ogni vita che si fa dono è piena, è gioiosa, è realizzata, non è ripiegata su se stessa e chiusa in un piccolo mondo, ma aperta all’altro e all’umanità intera.
La vita è un cammino intessuto di volti, di nomi, di storie, di incontri, di conoscenza, che si intersecano e danno significato ad ogni giornata. Un cammino di dono non ha misure, non ha confini né di tempo, né di spazio. È fecondato dalla gratuità e arricchisce contemporaneamente chi dà e chi riceve in uno scambio reciproco.
È un modo di dare vita il progetto pensato e realizzato per le fasce fragili e deboli che ha coinvolto pubblico e privato: si tratta di un sostegno attraverso un tirocinio lavorativo per garantire ad alcune persone vulnerabili una entrata, seppure minima, volta a iniziare e favorire un percorso inclusivo nel mondo del lavoro.
Preghiamo
Canterò in eterno l’amore del Signore,
di generazione in generazione
farò conoscere con la mia bocca la tua fedeltà,
perché ho detto: “È un amore edificato per sempre;
nel cielo rendi stabile la tua fedeltà”.
(dal Sal 88)