Ger 3,6a.12a.14-18; Sal 86 (87); Zc 2,5-9; Mt 12,22-32
«Tutta la folla era sbalordita e diceva: “Che non sia costui il figlio di Davide?”».
(Mt 12,23)
Un uomo non più padrone di sé è guarito da Gesù, la folla assiste sbalordita e l’occasione diviene per Gesù l’ennesimo confronto con i farisei. Un eguale pregiudizio accomuna folla e farisei: l’annuncio del Regno, la sua venuta, non può arrivare dalla voce e dalle opere di uno di cui si crede di conoscere tutto. È la stessa presunzione con cui spesso noi ci accostiamo a Dio e che impedisce alla sua Parola di cambiarci in profondità.
Preghiamo
Con quale nome ti chiamerò: Tu sei al di là di ogni nome!
Tu che sei al di là di tutto. Che nome ti darò?
Quale canto può cantare le tue lodi?
Quale parola dire di te?
Quelli che sanno penetrare nel mondo si uniscono per cantare le tue lodi. Tu sei tutto e nulla, né una parte, né l’intero.
Ti sono dati tutti nomi, nessuno li comprende.
Come ti chiamerò allora, Tu, l’al di là di ogni nome?
(Gregorio di Nazianzo)