Novena di Natale
III feria prenatalizia “dell’Accolto”
Rt 2,4-18; Sal 102 (103); Est 5,1-8; Lc 1,39-46
«Come hai abbandonato tuo padre, tua madre e la tua patria per venire presso gente che prima non conoscevi». (Rt 2,11b)
Il Signore chiede ad ognuno di noi di abbandonare ciò che ci mantiene legati alle nostre cose terrene per seguirlo. È esattamente questo ciò che ha fatto Rut, ha lasciato la sua terra, scegliendo una condizione di marginalità e di inferiorità per seguire Noemi. Ha abbandonato soprattutto i suoi desideri di giovane donna andando in una terra dove, secondo la ragione umana, non avrebbe mai trovato la possibilità di ritornare ad essere felice. E, invece, proprio per questa sua scelta coraggiosa di abbandonare una logica puramente umana, Dio la benedice. Rut la semplice, si fida e si affida a Dio il quale non la lascia sola e la risolleva dalla sua situazione di oppressione, mettendole accanto un nuovo uomo capace di amarla. Dio anche con Rut, come con Zaccaria e Abramo, vince ogni timore, ogni impossibilità decretate dalla ragione umana. La storia di Rut insegna a tutti noi che, solo fidandoci, la nostra vita raggiungerà la pienezza di senso.
Preghiamo
Guidami, luce amabile, tra l’oscurità che mi avvolge.
Guidami innanzi, oscura è la notte, lontano sono da casa.
Dove mi condurrai? Non te lo chiedo, o Signore!
So che la tua potenza
m’ha conservato al sicuro da tanto tempo,
e so che ora mi condurrai ancora.
(John Henry Newman)